La rendita catastale e i cambiamenti nella tassazione sulla casa

Cedolare secca
Grazie al Piano Casa del Dl n.47 del 2014 la cedolare secca è scesa dal 15% al 10% fino al 2017 per i contratti concordati. Così, in gran parte, i proprietari delle case date in affitto hanno agevolazioni fiscali; altre volte, tuttavia, quest’aliquota non basta a rendere il canone concordato più conveniente di quello libero e quindi della cedolare ordinaria del 21%.
Vantaggi e svantaggi
La cedolare permette di pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, e di non pagare le tasse di registro e di bollo per registrazione, cessazione e proroghe dei contratti. D’altra parte, chi opta per la cedolare secca non potrà chiedere, per l’intera durata del contratto, l’aumento del canone e la variazione Istat.
La cedolare secca rappresenta complessivamente un vantaggio per i proprietari, salvo per chi ha un reddito basso e molte detrazioni fiscali. Possono sfruttarla le persone fisiche con diritto di proprietà o di reale godimento, che non affittano l’immobile per attività d’impresa o di arti e professioni.
Regime ordinario
Esistono agevolazioni anche per il regime ordinario, partendo da una tassa di registrazione ridotta del 30%. Solitamente, per gli affitti, il reddito da tassare è dato dall’importo maggiore fra la rendita catastale, aumentata del 5%, e il canone annuale diminuito di un forfait del 5% (35% se, l’immobile è d’interesse artistico o storico). La somma da tassare, quindi, è data dal canone al netto delle deduzioni, considerando anche una possibile rivalutazione automatica sulla base dell’indice Istat. Se l’immobile è all’interno di un comune ad alta densità abitativa e sottostà a un canone concordato, il reddito imponibile può diminuire ancora del 30%. In questo caso l’Irpef è calcolata sul 66,5% del canone dichiarato, invece che sul 95% dei contratti liberi.
Si considera la rendita catastale perché è il valore che indica quando un immobile rende in termini monetari al suo proprietario.
Il Decreto Sblocca Italia
La legge 164 del 2014 ha stabilito delle agevolazioni fiscali per chi dal 2014 al 2017 compra una casa con classe energetica A da affittare a un prezzo inferiore a quello di mercato. Tali immobili, tranne le ville e le case storiche o signorili, devono essere nuovi e non venduti al 12/11/2014, o ristrutturati o restaurati per risanamento conservativo, ed entro sei mesi dall’acquisto o fine dei lavori devono essere affittate a prezzo ridotto per i successivi otto anni, continuativamente o con un’interruzione di massimo un anno se non voluta dal proprietario.
Agevolazioni
Le persone fisiche, che non svolgono attività d’impresa e non sono parenti di primo grado degli inquilini, possono avere una deduzione Irpef del 20% del prezzo dell’immobile, per immobili sotto i 300mila euro. Il bonus deve essere ripartito per gli otto anni del contratto.
L’agevolazione è concessa se il canone è il più basso fra quello concordato e quello di housing sociale. Se non c’è un canone speciale, l’importo non può superare quello del canone concordato; stabilito questo, si può decidere anche per un contratto libero.
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