Combattere la siccità in agricoltura con l’utilizzo delle acque reflue

La siccità, in particolar modo nell’estate 2022, è diventato un problema insostenibile per tutte le imprese agricole in Italia.

Si stima che con il dimezzamento delle piogge durante l’estate, 250 mila imprese italiane (circa il 33% del totale) stanno producendo in perdita e sono a forte rischio di un crack che le porterà alla chiusura.

Questo perché la scarsità di acqua piovana porta gli agricoltori a dover irrigare tutti i prodotti dei loro campi, compreso il grano, che normalmente non avevano quasi costi di irrigazione. Per questo motivo i prodotti costano molto di più e molte aziende, per evitare la perdita di clienti, hanno deciso di non alzare i prezzi, producendo quindi in perdita.

In Europa lo spreco di acqua si attesta tra il 20 e il 40% e, secondo una stima basata sullo scenario attuale, i costi dei prodotti derivanti dall’agricoltura sono destinati ad aumentare ancora notevolmente.

L’irrigazione forzata a causa della mancanza di piogge comporta un fortissimo consumo di acqua, che già scarseggia. Per questo motivo è importante prevedere nuove soluzioni per ridurre i consumi all’interno del settore agricolo, in modo che questa attività diventi maggiormente sostenibile per l’ambiente e i cittadini.

Le soluzioni per la riduzione dei consumi

A tal proposito, sono state previste dagli stati membri dell’Unione Europea alcune soluzioni per la riduzione dello sfruttamento dell’acqua:

  • Utilizzo di nuove tecnologie in ambito agricolo
  • Modifica delle pratiche di irrigazione, con una migliore gestione
  • Implementazione di colture più resistenti alla siccità
  • Sistemi di riciclo delle acque reflue, da poter sfruttare per l’irrigazione

Proprio su questo ultimo punto è importante soffermarsi.

Che cosa sono le acque reflue

Le acque reflue sono comunemente chiamate acque di scarico. Si tratta di acqua la cui qualità è stata pregiudicata dall’uomo, perché sfruttate e scaricate dopo le comuni pratiche domestiche, industriali e agricole.

Le acque di scarico contengono comunemente elementi e sostanze organiche e inorganiche, per cui non possono essere utilizzate direttamente per l’irrigazione, in quanto potrebbero provocare danni alla salute umana e all’ambiente.

L’unico modo per riversarle nell’ambiente e sfruttarle per l’irrigazione è quello di processarle attraverso un sistema di depurazione, che elimini gli elementi organici e inorganici e ne garantisca una buona qualità in uscita per lo sfruttamento.

La depurazione delle acque reflue per lo sfruttamento in agricoltura

Come accennato in precedenza, esistono dei sistemi di depurazione delle acque reflue che permetterebbero il loro sfruttamento in ambito agricolo. Recuperando fonti d’acqua dallo scarto domestico e industriale, sarebbe possibile sfruttare l’acqua depurata per l’irrigazione dei campi, riducendo così fortemente i costi per gli agricoltori, che oggi sono costretti a pagare l’acqua che sfruttano per irrigare.

Questo consentirebbe anche una riduzione dei prezzi delle materie agricole, mettendo le imprese nelle condizioni di poter lavorare più agevolmente e i consumatori al riparo dai rincari.

Per approfondire i meccanismi di funzionamento dei sistemi di depurazione vi consigliamo di visitare il sito web Dorabaltea.com, dove troverete un approfondimento tecnico in merito all’impianto di depurazione delle acque reflue. Nella pagina linkata potrete scoprire che questo tipo di impianti può essere applicato per depurare e riutilizzare l’acqua non solo in ambito agricolo, ma anche domestico e industriale, con conseguenti benefici in ambito di risparmio energetico per il nostro pianeta e di risparmio economico per il nostro portafoglio.

Laura Musig
Redazione
Laura Musig wed design a Udine e consulente SEO. Dopo aver curato svariate campagne di posizionamento sui motori di ricerca per aziende del settore casa e considerando la mia passione per la scrittura web, ho deciso di aprire Arredamento e Dintorni. Se desideri scrivermi puoi farlo attraverso la sezione Contatti.

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